Biodiversità
I contributi per la biodiversità sono erogati per promuovere e preservare la naturale diversità delle specie e degli habitat. La biodiversità è la varietà della vita e consente numerose prestazioni ecosistemiche quali la conservazione delle risorse genetiche, la regolazione naturale dei parassiti o la creazione di uno spazio ricreativo a beneficio di tutta la società. Nei terreni agricoli, a causa della crescente meccanizzazione del lavoro e dell'intensivazione della gestione delle superfici le condizioni ecologiche si sono uniformate con un conseguente calo della biodiversità. I contributi per la biodiversità sono finalizzati a contrastare questa perdita di specie prioritarie e preziosi habitat attraverso l'impianto e l'interconnessione delle cosiddette superfici per la promozione della biodiversità. Gli obiettivi fissati nella Politica agricola 2014-2017 (PA 14-17) relativi alla biodiversità erano già stati parzialmente raggiunti a fine 2014.
Obiettivi relativi alla biodiversità per il 2017 e stato nel 2014
Obiettivo per il 2017 | Stato nel 2014 | |
QI | 65 000 ha SPB nella regione di pianura | 71 000 ha |
QII | 40 % delle SPB con qualità | 34 % |
Interconnessione | 50 % delle SPB interconnesse | 65 % |
Fonte: UFAG
Nel quadro della PA 14-17 i contributi esistenti finora per la compensazione ecologica, la qualità biologica e l'interconnessione sono stati integrati nei contributi per la biodiversità. Il termine «compensazione ecologica» viene sostituito da «superficie per la promozione della biodiversità» (SPB). I contributi per la biodiversità sono versati cumulativamente.
Contributi per la qualità
I contributi per la qualità vengono erogati per la gestione delle superfici per la promozione della biodiversità a due livelli qualitativi. Il livello qualitativo I corrisponde a quello della precedente ordinanza sui pagamenti diretti (OPD), il livello qualitativo II quello della precedente ordinanza sulla qualità ecologica (OQE). Accanto agli elementi ecologici promossi finora, nel 2014 sono stati introdotti contributi per prati rivieraschi lungo i corsi d'acqua e per la superficie inerbita e i terreni da strame ricchi di specie nella regione d'estivazione. L'impianto di SPB è finalizzato a creare superfici variate e ricche di specie che offrono un habitat naturale per flora e fauna. I contributi per la qualità per diversi tipi di SPB sono erogati in maniera graduata in base al livello qualitativo e alla zona. Sono integralmente finanziati dalla Confederazione.
Livello qualitativo I
I contributi per il livello qualitativo I hanno l'obiettivo di preservare la varietà della flora e della fauna autoctone nelle aree agricole e di aumentarla laddove possibile, nonché di sostenere la preservazione delle strutture e degli elementi paesaggistici tipici.
Le condizioni del livello qualitativo I sono le seguenti.
Su alcune SPB, come i prati sfruttati in modo estensivo o i prati da strame, non devono essere utilizzati concimi perché ciò favorisce la preservazione e la promozione delle specie bersaglio e faro nei terreni magri.
Le piante problematiche vanno combattute in maniera che le specie dannose per l'agricoltura e la biodiversità, quali romice o neofite invasive, si diffondano in maniera incontrollata.
È vietato usare prodotti fitosanitari, perché la loro applicazione su vasta scala pregiudicherebbe anche le specie bersaglio e faro da promuovere. Sono comunque ammessi i trattamenti pianta per pianta o puntuali in caso di piante problematiche, sempreché queste non possano essere rimosse meccanicamente con un aggravio ragionevole.
La vegetazione tagliata deve essere rimossa, onde evitare un carico indesiderato di sostanze nutritive. Si possono tuttavia formare mucchi di rami e di strame se indicati per motivi legati alla protezione della natura o nell’ambito di progetti di interconnessione. Sono un nascondiglio ideale per diversi animali di piccola taglia e anche un ottimo rifugio dove deporre le uova per bisce e altri rettili.
Non è consentito pacciamare e impiegare macchine frantumatrici perché così si distruggerebbero piccole strutture utili, ad esempio, per preservare le api selvatiche.
Per la semina possono essere utilizzate soltanto miscele di sementi raccomandate da Agroscope, per far sì che vengano seminate soltanto specie adeguate alle condizioni locali e favorevoli per la biodiversità
Le piccole strutture improduttive su pascoli sfruttati in modo estensivo, terreni da strame e prati rivieraschi lungo i corsi d'acqua danno diritto ai contributi fino a concorrenza di una quota del 20 per cento al massimo della superficie. Le piccole strutture servono a promuovere molte specie bersaglio e faro della fauna.
Livello qualitativo II
Attraverso i contributi per il livello qualitativo II, la Confederazione promuove le SPB di qualità biologica superiore. Sulle SPB di livello qualitativo II sono presenti determinate specie indicatrici e caratteristiche strutturali.
Per queste superfici si applicano anche le seguenti esigenze, oltre a quelle vigenti per il livello qualitativo I.
Le SPB devono avere qualità botanica o presentare strutture favorevoli alla biodiversità. L'obiettivo è garantire una promozione speciale per le superfici che sono particolarmente pregiate per raggiungere gli obiettivi legati alla biodiversità.
Non è ammesso l'utilizzo di falciacondizionatrici perché ciò riduce sensibilmente il tasso di sopravvivenza degli animali di piccola taglia.
Prati sfruttati in modo estensivo
I prati sfruttati in modo estensivo rappresentano la superficie inerbita più ricca di specie della Svizzera e sono promossi in maniera mirata mediante i contributi per la qualità. I prati più caratteristici sono quelli semisecchi e quelli di forasacco che possono ospitare oltre 50 specie vegetali per ara. I prati sfruttati in modo estensivo devono essere falciati almeno una volta l'anno e la vegetazione tagliata deve essere rimossa. A seconda della zona le superfici possono essere utilizzate da metà giugno a metà luglio. Lo sfalcio tardivo assicura la completa maturazione dei semi e promuove la biodiversità attraverso l’inseminazione naturale. Inoltre, invertebrati, uccelli che nidificano al suolo e mammiferi di piccola taglia dispongono di un periodo di tempo sufficiente per riprodursi.
Sulle superfici del livello qualitativo II sono regolarmente presenti piante indicatrici e si denota una composizione povera di sostanze nutritive e ricca di specie.
Contributi per la qualità per prati struttati in modo estensivo, per livello qualitativo e zon
QI | QII | |
fr. / ha / anno | fr. / ha / anno | |
Zona di pianura | 1 500 | 1 500 |
Zona collinare | 1 200 | 1 500 |
ZM I e II | 700 | 1 500 |
ZM III e IV | 550 | 1 000 |
Aziende e superfici con prati sfruttati in modo estensivo, per regione 2014
Livello qualitativo I | |||||
Unità | Regione di pianura | Regione collinare | Regione di montagna | Totale | |
Azienda/e | Numero | 18 853 | 11 011 | 10 948 | 40 812 |
Superficie | ha | 37 719 | 16 531 | 24 211 | 78 460 |
Superficie per azienda | ha | 2,00 | 1,50 | 2,21 | 1,92 |
Livello qualitativo II | |||||
Unità | Regione di pianura | Regione collinare | Regione di montagna | Totale | |
Azienda/e | Numero | 6 537 | 4 758 | 7 035 | 18 330 |
Superficie | ha | 8 013 | 5 864 | 14 202 | 28 079 |
Superficie per azienda | ha | 1,23 | 1,23 | 2,02 | 1,53 |
Fonte: UFAG
Prati sfruttati in modo poco intensivo
Nella definizione del tipo di habitat i prati sfruttati in modo poco intensivo sono spesso prati di avena altissima (regione di pianura) o prati di avena bionda (regione di montagna). Il contributo promuove prati di questo tipo che secondo Schlup et al. (2013) ospitano una quarantina di specie vegetali. La loro ricca fioritura attira molte farfalle e altri insetti. Sui prati sfruttati in modo poco intensivo è autorizzato spandere quantitativi molto limitati di letame o compost. Per la gestione si applicano le stesse prescrizioni vigenti per i prati sfruttati in modo estensivo.
Sulle superfici del livello qualitativo II sono regolarmente presenti piante indicatrici e si denota una composizione ricca di specie.
Contributi per la qualità per prati struttati in modo poco intensivo, per livello qualitativo e zona
QI | QII | |
fr. / ha / anno | fr. / ha / anno | |
Zona di pianura | 450 | 1 200 |
Zona collinare | 450 | 1 200 |
ZM I e II | 450 | 1 200 |
ZM III e IV | 450 | 1 000 |
Aziende e superfici con prati sfruttati in modo poco intensivo, per regione 2014
Livello qualitativo I | |||||
Unità | Regione di pianura | Regione collinare | Regione di montagna | Totale | |
Azienda/e | numero | 2 806 | 3 700 | 7 019 | 13 525 |
Superficie | ha | 2305 | 3589 | 13 828 | 19 722 |
Superficie per azienda | ha | 0,82 | 0,97 | 1,97 | 1,46 |
Livello qualitativo II | |||||
Unità | Regione di pianura | Regione collinare | Regione di montagna | Totale | |
Azienda/e | numero | 150 | 528 | 2 820 | 3 498 |
Superficie | ha | 120 | 397 | 3 009 | 3 526 |
Superficie per azienda | ha | 0,80 | 0,75 | 1,07 | 1,01 |
Fonte: UFAG
Pascoli sfruttati in modo estensivo
I pascoli sfruttati in modo estensivo hanno una composizione povera di sostanze nutritive, sono perlopiù estesi e su terreni non piani. I contributi vanno indirettamente a beneficio di molte specie animali che sono legate a piante tipiche dei pascoli o che si sono adattate agli habitat a mosaico creati dagli animali al pascolo. Le superfici dei pascoli sfruttati in modo estensivo devono essere adibite al pascolo almeno una volta all'anno. Sono ammessi sfalci di pulizia e la concimazione con le deiezioni degli animali al pascolo. Sul pascolo non devono essere apportati foraggi, ovvero non devono essere apportati foraggi esterni al pascolo.
Sulle superfici del livello qualitativo II devono essere regolarmente presenti piante indicatrici che denotano una composizione del suolo povera di sostanze nutritive e strutture favorevoli per la biodiversità.
Contributi per la qualità per pascoli struttati in modo estensivo, per livello qualitativo e zona
QI | QII | |
fr. / ha / anno | fr. / ha / anno | |
Zona di pianura | 450 | 700 |
Zona collinare | 450 | 700 |
ZM I e II | 450 | 700 |
ZM III e IV | 450 | 700 |
Aziende e superfici con pascoli sfruttati in modo estensivo, per regione 2014
Livello qualitativo I | |||||
Unità | Regione di pianura | Regione collinare | Regione di montagna | Totale | |
Azienda/e | numero | 4 233 | 4 307 | 7 950 | 16 490 |
Superficie | ha | 6 167 | 7 216 | 22 877 | 36 259 |
Superficie per azienda | ha | 1,46 | 1,68 | 2,88 | 2,20 |
Livello qualitativo II | |||||
Unità | Regione di pianura | Regione collinare | Regione di montagna | Totale | |
Azienda/e | numero | 589 | 961 | 3 656 | 5 206 |
Superficie | ha | 928 | 1 761 | 8 552 | 11 241 |
Superficie per azienda | ha | 1,58 | 1,83 | 2,34 | 2,16 |
Fonte: UFAG
Pascoli boschivi
I pascoli boschivi sono una forma tradizionale di utilizzo combinato di pascolo e bosco, particolarmente diffusi nel Giura e a sud delle Alpi. Il contributo è finalizzato alla promozione di specie che beneficiano di questo mosaico di habitat boschivi e con vegetazione erbacea. Per i pascoli boschivi si applicano fondamentalmente le stesse disposizioni di quelli sfruttati in modo estensivo. In più è possibile spandere concime aziendale, compost e concimi minerali non azotati solo previa autorizzazione degli organi forestali cantonali competenti. Solo la quota del pascolo è computabile e dà diritto ai contributi.
Sulle superfici del livello qualitativo II per i pascoli boschivi si applicano le stesse disposizioni di quelle del livello qualitativo II per i pascoli sfruttati in modo estensivo.
Contributi per la qualità per i pascoli boschivi, per livello qualitativo e zona
QI | QII | |
fr. / ha / anno | fr. / ha / anno | |
Zona di pianura | 450 | 700 |
Zona collinare | 450 | 700 |
ZM I e II | 450 | 700 |
ZM III e IV | 450 | 700 |
Aziende e superfici con pascoli boschivi, per regione 2014
Livello qualitativo I | |||||
Unità | Regione di pianura | Regione collinare | Regione di montagna | Totale | |
Azienda/e | numero | 40 | 124 | 955 | 1 119 |
Superficie | ha | 39 | 247 | 3 318 | 3 603 |
Superficie per azienda | ha | 0,97 | 1,99 | 3,47 | 3,22 |
Livello qualitativo II | |||||
Unità | Regione di pianura | Regione collinare | Regione di montagna | Totale | |
Azienda/e | numero | 4 | 30 | 310 | 344 |
Superficie | ha | 4 | 67 | 947 | 1 019 |
Superficie per azienda | ha | 1,11 | 2,25 | 3,06 | 2,96 |
Fonte: UFAG
Terreni da strame
Alcune specie che figurano nella lista rossa sono presenti soltanto su terreni da strame, come ad esempio la genziana pneumonanthe o alcune specie di ortotteri (Agridea 2015). A causa della razionalizzazione delle forme di gestione, però, queste superfici non vengono più utilizzate e il loro numero diminuisce. L'obiettivo è contrastare questa evoluzione attraverso un contributo. Per terreni da strame s’intendono le superfici inerbite sfruttate in modo estensivo in luoghi paludosi e umidi che vengono falciate al massimo una volta all’anno e almeno ogni due o tre anni e il cui raccolto viene utilizzato solo eccezionalmente come foraggio all’interno dell’azienda.
Sulle superfici del livello qualitativo II sono regolarmente presenti piante indicatrici e si denota una composizione povera di sostanze nutritive e ricca di specie.
Contributi per la qualità per i terreni da strame, per livello qualitativo e zona
QI | QII | |
fr. / ha / anno | fr. / ha / anno | |
Zona di pianura | 2 000 | 1 500 |
Zona collinare | 1 700 | 500 |
ZM I e II | 1 200 | 1 500 |
ZM III e IV | 950 | 1 500 |
Aziende e superfici con terreni da strame, per regione 2014
Livello qualitativo I | |||||
Unità | Regione di pianura | Regione collinare | Regione di montagna | Totale | |
Azienda/e | numero | 1 972 | 1 962 | 3 468 | 7 402 |
Superficie | ha | 2 241 | 1 573 | 3 988 | 7 801 |
Superficie per azienda | ha | 1,14 | 0,80 | 1,15 | 1,05 |
Livello qualitativo II | |||||
Unità | Regione di pianura | Regione collinare | Regione di montagna | Totale | |
Azienda/e | numero | 1 309 | 1 457 | 2 552 | 5 318 |
Superficie | ha | 1 768 | 1 302 | 3 145 | 6 215 |
Superficie per azienda | ha | 1,35 | 0,89 | 1,23 | 1,17 |
Fonte: UFAG
Siepi, boschetti campestri e rivieraschi
Per siepi e boschetti campestri o rivieraschi s’intendono siepi basse, arbustive e arboree, siepi frangivento, gruppi di alberi, scarpate boscate e boschetti rivieraschi a forma di siepe. Queste superfici offrono cibo e rifugio a molti animali (Agridea 2015) e pertanto sono promosse attraverso un contributo. Il boschetto deve essere opportunamente curato almeno ogni otto anni. Su entrambi i lati di siepi, boschetti campestri e rivieraschi deve essere predisposta una fascia di superficie inerbita o da strame, che deve essere falciata almeno ogni tre anni. Se confina con un pascolo, questa superficie può essere adibita a pascolo per un determinato periodo.
Nei boschetti del livello qualitativo II devono essere presenti soltanto specie autoctone di arbusti e alberi. Siccome diversi boschetti ospitano una grande varietà di specie animali, quelli del livello qualitativo II devono presentare almeno 5 specie diverse di arbusti e alberi ogni 10 m. Una quota minima della fascia di arbusti deve essere composta da arbusti spinosi. Questi, infatti, rispetto ai noccioli o alle betulle, sono luoghi ideali per gli uccelli dove nidificare, trovare rifugio e cibo, come nel caso dello spin cervino e della rosa canina. In alternativa il boschetto può presentare anche una quota minima di alberi tipici del paesaggio. Per le siepi, i boschetti campestri e rivieraschi che danno diritto a contributi è fissata una larghezza minima. La gestione del margine erboso avviene in maniera scaglionata.
Contributi per la qualità per siepi, boschetti campestri e rivieraschi, per livello qualitativo e zona
QI | QII | |
fr. / ha / anno | fr. / ha / anno | |
Zona di pianura | 3 000 | 2 000 |
Zona collinare | 3 000 | 2 000 |
ZM I e II | 3 000 | 2 000 |
ZM III e IV | 3 000 | 2 000 |
Aziende e superfici con siepi, boschetti campestri e rivieraschi, per regione 2014
Livello qualitativo I | |||||
Unità | Regione di pianura | Regione collinare | Regione di montagna | Totale | |
Azienda/e | numero | 7 297 | 4 397 | 2 413 | 14 107 |
Superficie | ha | 1 966 | 1 159 | 486 | 3 611 |
Superficie per azienda | ha | 0,27 | 0,26 | 0,20 | 0,26 |
Livello qualitativo II | |||||
Unità | Regione di pianura | Regione collinare | Regione di montagna | Totale | |
Azienda/e | numero | 2 545 | 1 611 | 534 | 4 690 |
Superficie | ha | 647 | 425 | 103 | 1 175 |
Superficie per azienda | ha | 0,25 | 0,26 | 0,19 | 0,25 |
Fonte: UFAG
Maggesi fioriti
I maggesi fioriti servono per proteggere le erbe selvatiche minacciate. In autunno fungono da sito di svernamento e via di spostamento per la fauna nella regione di pianura. Durante l'anno ospitano una notevole varietà di animali, compresi organismi utili come sirfidi, coccinelle, carabidi o ragni (Agridea 2015). Inoltre offrono rifugio a lepri e uccelli. Il contributo è finalizzato a preservare tutte queste funzioni del maggese fiorito. Per maggesi fioriti si intendono le superfici che prima della semina erano state utilizzate come superfici coltive o occupate da colture perenni. Devono essere mantenuti nello stesso luogo per almeno 2 anni ma al massimo 8 anni cosicché si possa sviluppare un habitat naturale ricco di specie e strutture in grado di vivere intatto per diversi anni. Dopo l'aratura la stessa particella può essere nuovamente messa a maggese al più presto nel quarto periodo di vegetazione per evitare che nella superficie coltiva si accumulino semi di fiori selvatici e che di conseguenza le colture successive eccessivamente fortemente infestate da malerbe. Sul maggese vanno rispettate diverse norme di sfalcio.
Contributi per la qualità per i maggesi fioriti, per livello qualitativo e zona
QI | |
fr. / ha / anno | |
Zona di pianura | 3 800 |
Zona collinare | 3 800 |
ZM I e II | 3 800 |
ZM III e IV | 3 800 |
Aziende e superfici con maggesi fioriti, per regione 2014
Livello qualitativo I | |||||
Unità | Regione di pianura | Regione collinare | Regione di montagna | Totale | |
Azienda/e | numero | 1 750 | 382 | 11 | 2 143 |
Superficie | ha | 1 704 | 258 | 4 | 1 966 |
Superficie per azienda | ha | 0,97 | 0,68 | 0,39 | 0,92 |
Fonte: UFAG
Maggesi da rotazione
I maggesi da rotazione vengono promossi in particolare perché offrono protezione e cibo a lepri e uccelli che nidificano al suolo. Inoltre ospitano una notevole varietà di animali, compresi organismi utili come sirfidi, coccinelle, carabidi o ragni (Agridea 2015). Per maggesi da rotazione si intendono aree di superfici di avvicendamento delle colture che vengono mantenute da uno fino a tre periodi vegetativi. Sono sorte da biocenosi spontanee (solo con autorizzazione speciale) o sono composte da erbe campicole selvatiche e leguminose autoctone. Come nel caso dei maggesi fioriti, dopo l'aratura la stessa particella può essere nuovamente messa a maggese al più presto nel quarto periodo di vegetazione. I maggesi da rotazione possono essere falciati soltanto in determinati periodi.
Contributi per la qualità per i maggesi da rotazione, per livello qualitativo e zona
QI | |
fr. / ha / anno | |
Zona di pianura | 3 300 |
Zona collinare | 3 300 |
ZM I e II | 3 300 |
ZM III e IV | 3 300 |
Aziende e superfici con maggesi da rotazione, per regione 2014
Livello qualitativo I | |||||
Unità | Regione di pianura | Regione collinare | Regione di montagna | Totale | |
Azienda/e | numero | 355 | 64 | 2 | 421 |
Superficie | ha | 458 | 66 | 0 | 524 |
Superficie per azienda | ha | 1,29 | 1,03 | 0,05 | 1,25 |
Fonte: UFAG
Strisce su superficie coltiva
Le strisce su superficie coltiva, intese come elemento permanente, servono da fonte di nutrimento nonché luogo di riparo e di svernamento per molti organismi utili e come elemento lineare sono importanti per l'interconnessione degli habitat naturali. Per questi motivi vengono promosse con un contributo. La striscia su superficie coltiva è una striscia, seminata con sementi di erbe selvatiche autoctone, su una superficie campicola o su una superficie con colture perenni. La metà della striscia deve essere falciata alternativamente una volta all’anno ed essere mantenuta nello stesso luogo per almeno due periodi di vegetazione. Nel primo anno, se vi è invasione di malerbe, si può procedere a sfalci di pulizia.
Contributi per la qualità per le strisce su superficie coltiva, per livello qualitativo e zona
QI | |
fr. / ha / anno | |
Zona di pianura | 3 300 |
Zona collinare | 3 300 |
ZM I e II | 3 300 |
ZM III e IV | 3 300 |
Aziende e superfici con strisce su superficie coltiva, per regione 2014
Livello qualitativo I | |||||
Unità | Regione di pianura | Regione collinare | Regione di montagna | Totale | |
Azienda/e | Anzahl | 532 | 179 | 4 | 715 |
Superficie | ha | 123 | 31 | 1 | 154 |
Superficie per azienda | ha | 0,23 | 0,17 | 0,23 | 0,22 |
Fonte: UFAG
Fasce di colture estensive in campicoltura
Le fasce di colture estensive in campicoltura ospitano specie tradizionali di flora segetale come papavero, fiordaliso, agrostemma e per questo vengono promosse. Per fasce di colture estensive in campicoltura si intendono fasce marginali di colture campicole sfruttate in modo estensivo, seminate con cereali, colza, girasoli, leguminose a granelli o lino. Non possono essere utilizzati concimi azotati. Onde salvaguardare la flora segetale, è vietato combattere le malerbe con mezzi meccanici su vaste porzioni della superficie. Le fasce di colture estensive in campicoltura devono prevedere sulla stessa superficie almeno 2 colture principali susseguenti cosicché i semi della flora segetale abbiano tempo a sufficienza per spuntare.
Contributi per la qualità per le fasce di colture estensive in campicoltura, per livello qualitativo e zona
QI | |
fr./ha/anno | |
Zona di pianura | 2 300 |
Zona collinare | 2 300 |
ZM I e II | 2 300 |
ZM III e IV | 2 300 |
Aziende e superfici con fasce di colture estensive in campicoltura, per regione 2014
Livello qualitativo I | |||||
Unità | Regione di pianura | Regione collinare | Regione di montagna | Totale | |
Azienda/e | numero | 64 | 26 | 4 | 94 |
Superficie | ha | 104 | 50 | 0 | 155 |
Superficie per azienda | ha | 1,63 | 1,94 | 0,11 | 1,65 |
Fonte: UFAG
Prato rivierasco lungo i corsi d’acqua
Dal 2014 anche questo tipo di SPB viene sostenuto con un contributo. A differenza degli altri tipi, però, per il prato rivierasco non sono previste norme per lo sfalcio. Alle aziende viene concessa maggiore flessibilità nella gestione di queste superfici rispetto agli altri tipi di SPB per cui è fissata una data di sfalcio. Analogamente a tutti gli altri tipi di prato, anche quelli rivieraschi lungo i corsi d'acqua devono essere falciati almeno una volta l'anno e possono essere adibiti al pascolo in determinati periodi se le condizioni del suolo sono favorevoli. Le superfici non possono avere una larghezza superiore a 12 metri per poter mantenere il tipo di SPB vicino al corso d'acqua.
Contributi per la qualità per i prati rivieraschi lungo i corsi d'acqua, per livello qualitativo e zona
QI | |
fr./ha/anno | |
Zona di pianura | 450 |
Zona collinare | 450 |
ZM I e II | 450 |
ZM III e IV | 450 |
Aziende e superfici con prati rivieraschi lungo i corsi d'acqua, per regione 2014
Livello qualitativo I | |||||
Unità | Regione di pianura | Regione collinare | Regione di montagna | Totale | |
Azienda/e | numero | 126 | 62 | 44 | 232 |
Superficie | ha | 30 | 16 | 4 | 51 |
Superficie per azienda | ha | 0,24 | 0,26 | 0,10 | 0,22 |
Fonte: UFAG
Superfici inerbite e terreni da strame ricchi di specie nella regione d'estivazione
Nelle Alpi la biodiversità è ancora molto marcata. Ciononostante cresce la minaccia rappresentata, da un lato, dall’intensivazione e, dall’altro, dalla cessazione della gestione (ovvero incespugliamento e abbandono). Per far fronte a questo rischio, dal 2014 vengono versati contributi del livello qualitativo II per prati, pascoli e terreni da strame utilizzati a scopo alpestre nella regione d'estivazione. Su queste superfici devono essere regolarmente presenti piante indicatrici che denotano una composizione povera di sostanze nutritive e ricca di specie. È consentito concimarle purché se ne salvaguardi la qualità botanica.
QContributi per la qualità per superfici inerbite e terreni da strame ricchi di specie nella regione d'estivazione, per livello qualitativo e zona
QII | |
fr. / ha / anno | |
Superficie d'estivazione o regione d'estivazione | 150 |
Aziende e superfici con superfici inerbite e terreni da strame ricchi di specie nella regione d'estivazione, per regione 2014
Livello qualitativo II | ||
Unità | Regione d'estivazione | |
Azienda/e | Numero | 3 285 |
Superficie | ha | 104 181 |
Superficie per azienda | ha | 31,71 |
Fonte: UFAG
Vigneti con biodiversità naturale
I vigneti vengono spesso impiantati in aree con un potenziale biologico elevato. Se questo potenziale e le condizioni di coltivazione non sono pregiudicati, si possono sviluppare habitat variati e ricchi (Agridea 2015). Per promuovere le specie di flora e fauna specifiche di siti relativamente secchi e caldi, la concimazione dei vigneti è consentita soltanto sotto i ceppi. Vigono norme sulla frequenza e sul modello di sfalcio delle superfici alla base dei ceppi. La concimazione con materiale organico e l'uso di prodotti fitosanitari sono consentiti soltanto in pochi casi.
Sui vigneti del livello qualitativo II sono regolarmente presenti piante indicatrici e si denota una composizione povera di sostanze nutritive e ricca di specie.
Contributi per la qualità per vigneti con biodiversità naturale, per livello qualitativo e zona
QII | |
fr. / ha / anno | |
Zona di pianura | 1 100 |
Zona collinare | 1 100 |
ZM I e II | 1 100 |
ZM III e IV | 1 100 |
Aziende e superfici con vigneti con biodiversità naturale, per regione 2014
Qualitätsstufe II | |||||
Einheit | Talregion | Hügelregion | Bergregion | Total | |
Betriebe | Anzahl | 240 | 101 | 52 | 393 |
Fläche | ha | 455 | 164 | 64 | 682 |
Fläche pro Betrieb | ha | 1,90 | 1,62 | 1,22 | 1,74 |
Fonte: UFAG
Alberi da frutto ad alto fusto nei campi
Gli alberi da frutto ad alto fusto nei campi sono un habitat ideale per animali quali uccelli, pipistrelli e insetti (Agridea 2015). Per alberi da frutto ad alto fusto nei campi si intendono alberi da frutto a nocciolo e a granella, castagni e noci in selve curate. I contributi sono versati a partire da 20 alberi per azienda e soltanto fino a un determinato numero di alberi per ettaro. Gli alberi devono essere piantati a una distanza adeguata che garantisca uno sviluppo e una capacità di resa normali. Il tronco deve raggiungere un'altezza minima e al culmine di esso gli alberi devono presentare almeno tre tralci laterali legnosi; in pratica devono essere riconoscibili. Gli alberi da frutto ad alto fusto nei campi possono essere concimati. Non è autorizzato l’impiego di erbicidi ai piedi del tronco, fatta eccezione per gli alberi di meno di 5 anni.
Sulle superfici con alberi da frutto ad alto fusto nei campi del livello qualitativo II devono essere regolarmente presenti strutture favorevoli alla biodiversità. La superficie del frutteto deve essere almeno 20 are e contenere almeno 10 alberi da frutto ad alto fusto. Vigono norme per la densità di alberi con un valore minimo e uno massimo, così come per la distanza massima tra i singoli alberi. Il frutteto ad alto fusto deve essere combinato localmente con un'altra SPB (superficie computabile) che si trova nelle vicinanze. Queste disposizioni fanno sì che la superficie con alberi da frutto ad alto fusto nei campi sia un habitat naturale pregiato. Gli alberi vanno potati a regola d'arte.
Contributi per la qualità per alberi da frutto ad alto fusto nei campi, per livello qualitativo e zona
QI | QII | |
fr./albero/anno | fr./albero/anno | |
Zona di pianura | 15 | 30 |
Zona collinare | 15 | 30 |
ZM I e II | 15 | 30 |
ZM III e IV | 15 | 30 |
Baziende e superfici con alberi da frutto ad alto fusto nei campi, per regione 2014
Livello qualitativo I | |||||
Unità | Regione di pianura | Regione collinare | Regione di montagna | Totale | |
Azienda/e | numero | 17 159 | 11 989 | 7 121 | 36 269 |
Alberi | numero | 1 149 037 | 850 762 | 304 067 | 2 303 866 |
Alberi per azienda | ha | 66,96 | 70,96 | 42,70 | 63,52 |
Livello qualitativo II | |||||
Unità | Regione di pianura | Regione collinare | Regione di montagna | Totale | |
Azienda/e | numero | 5 277 | 4 750 | 1 561 | 11 588 |
Alberi | numero | 380 527 | 290 074 | 65 287 | 735 888 |
Alberi per azienda | ha | 72,11 | 61,07 | 41,82 | 63,50 |
Fonte: UFAG
QContributi per la qualità per i noci, per livello qualitativo e zona
QI | QII | |
fr./albero/anno | fr./albero/anno | |
Zona di pianura | 15 | 15 |
Zona collinare | 15 | 15 |
ZM I e II | 15 | 15 |
ZM III e IV | 15 | 15 |
Aziende e superfici con noci, per regione 2014
Livello qualitativo I | |||||
Unità | Regione di pianura | Regione collinare | Regione di montagna | Totale | |
Azienda/e | numero | 2 371 | 1 394 | 650 | 4 415 |
Alberi | numero | 20 266 | 6 715 | 3 409 | 30 390 |
Alberi per azienda | ha | 8,55 | 4,82 | 5,24 | 6,88 |
Livello qualitativo II | |||||
Unità | Regione di pianura | Regione collinare | Regione di montagna | Totale | |
Azienda/e | numero | 449 | 234 | 71 | 754 |
Alberi | numero | 6 348 | 1 306 | 257 | 7 911 |
Alberi per azienda | ha | 14,14 | 5,58 | 3,62 | 10,49 |
Fonte: UFAG
Alberi indigeni, isolati o in viali alberati
EGli alberi indigeni isolati adatti al luogo e i viali alberati contribuiscono alla preservazione della biodiversità perché gli uccelli e i pipistrelli possono trovar riparo nelle cavità, i rapaci, come il gheppio comune, possono posarsi sui rami e gli insetti trovare il loro habitat naturale nel legno morto (Agridea 2015). La distanza tra due alberi che danno diritto ai contributi è di almeno 10 metri. Il terreno ai piedi degli alberi non deve essere concimato entro un raggio di almeno 3 metri.
Per gli alberi indigeni isolati adatti al luogo e i viali alberati non vengono erogati contributi per la qualità, bensì soltanto contributi nel quadro dei progetti d'interconnessione.
Contributi per l’interconnessione
La Confederazione sostiene progetti dei Cantoni per la promozione dell'interconnessione e della gestione adeguata di SPB. L'interconnessione di spazi vitali è indispensabile per preservare e promuovere le diverse specie di flora e fauna. Per questo le SPB vengono impiantate nelle vicinanze di e/o a poca distanza da oggetti di protezione della natura. Le superfici vengono inoltre gestite in base alle esigenze relative all'habitat delle cosiddette specie bersaglio e faro. Le specie mobili possono ridiffondersi e insediarsi in nuovi siti. Le SPB interconnesse possono fungere da corridoio tra diversi spazi vitali per i mammiferi.
Sono versati contributi per l’interconnessione soltanto se le superfici sono disposte e gestite conformemente alle disposizioni di un progetto di interconnessione regionale approvato dal Cantone. Un progetto di interconnessione dura otto anni.
I Cantoni stabiliscono le aliquote di contribuzione per le superfici d'interconnessione. Per una panoramica sui contributi per la biodiversità per livello qualitativo, Cantone e zona agricola si rimanda alla tabella seguente:
La partecipazione a progetti d'interconnessione varia a seconda della regione e del Cantone. Il numero di superfici interconnesse a livello nazionale raggiunge il 60 per cento:
Bibliografia
Schlup, B., Stalling, T., Plattner, M., Weber, D. (2013): Die Artenvielfalt des durchschnittlichen Dauergrünlands der Schweiz - Ein Vergleich zu naturschutzfachlich wertvollen Wiesen und Weiden. Abgerufen am 16.04.2015 von http://www.hintermannweber.ch/public/pdf/papers_schlupetal.2013nul.pdf
Schmid, W., Wiedemeier, P., Stäubli, A. (2001): Extensive Weiden und Artenvielfalt – Synthesebericht. Abgerufen am 16.04.2015 von http://poel.ch/pdf/Weidebericht_BUWAL.pdf
Agridea (2015): Biodiversitätsförderung in der Schweizer Landwirtschaft. Abgerufen am 20.04.2015 von http://www.bff-spb.ch/de/biodiversitaetsfoerderflaechen/
Judith Ladner Callipari, UFAG, Settore Pagamenti diretti Programmi, judith.ladner@blw.admin.ch(Q1 e Q2)
Maya Imfeld, UFAG, Settore Pagamenti diretti Programmi, maya.imfeld@blw.admin.ch (Interconnessione)
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